Con “Amianto, una storia operaia” mi è stato assegnato il premio “Scrittore toscano dell’anno 2013” .
Quest’intervista con Fulvio Paloscia è stata pubblicata su Repubblica e riporta a caldo alcune considerazioni sul premio e sul senso del mio lavoro di scrittura. Qui il link all’archivio di Repubblica: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/12/01/prunetti-nel-nome-del-padre.html
<<È STATO concepito a Casale Monferrato, una delle città dove il nome Eternit fa ancora tremare. È nato a Piombino, accanto alle acciaierie. Ha trascorso l’ adolescenza a Follonica, con il fantasma dell’ Ilva sempre negli occhi. Era destino che Alberto Prunetti, 40 anni, scrittore, traduttore e collaboratore di Repubblica Firenze, prima o poi raccontasse l’ esistenza proletaria erosa da una sostanza che di vite ne ha divorate troppe. Solo che il protagonista di Amianto, una vita operaia (edizioni Agenzia X) non è una persona qualunque, ma suo padre, Renato, un «piccolo uomo» che si muove sullo scenario di un grande dramma. Il romanzo ha fatto vincere a Prunetti il premio come “Scrittore toscano dell’ anno”, che gli è stato conferito ieri dal Consiglio regionale: «Ho cominciato questo libro in solitudine parlando di una tragedia familiare, le presentazioni in libreria mi hanno fatto capire che il problema è ancora molto sentito. Ora, questo premio sottolinea la rilevanza sociale di uno sviluppo sbagliato avvenuto negli anni ‘ 60 e ‘ 70, ma di cui solo oggi paghiamo le conseguenze». PRUNETTI, lei è stato definito “scrittore del dissenso”. «Preferisco riconoscermi in quella narrativa critica che vuole riaffermare la prospettiva sociale della scrittura e che mira non solo all’ intrattenimento, ma anche all’ investigazione nella cronaca. Trovare nei fondi degli archivi pubblicio personali frammenti di memoria che vanno in controtendenza con le forme narrative egemoni è un modo per “disseppelire le asce di guerra”, per dirla con Wu Ming.