International Encyclopedia of Revolution and Protest

8th
Mar. × ’09

[Finalmente è uscita in USA e Gran Bretagna per Wiley-Blackwell la International Encyclopedia of Revolution and Protest, curata da Immanuel Ness, che vede anche un mio contributo nella voce dedicata a Osvaldo Bayer. Di seguito allego una mia recensione dell’enciclopedia, tratta da Carmillaonline] A.P.

Sta per uscire la International Encyclopedia of Revolution and Protest: 1500 to the Present, una monumentale enciclopedia delle insurrezioni, delle rivoluzioni e delle proteste popolari ai quattro angoli del pianeta: dalle lotte anticoloniali in India alle rivolte contadine in Bolivia, dagli scioperi insurrezionali in Patagonia alle ribellioni dei lavoratori tropicali delle piantagioni di banane. E poi ancora le lotte per i diritti comunitari indigeni, le guerre di liberazione, le proteste per i diritti umani, i movimenti studenteschi e i raduni contro il G8, passando attraverso Pancho Villa e i Mau Mau.

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Potassa su yaduende

13th
Oct. × ’08

[Segnalo una recensione di Potassa e L’arte della fuga sull’interessante sito Yaduende, un progetto critico e creativo sulla scrittura]

di It

 

Usata per fiammiferi, saponi e esplosivi, la potassa è un agente corrosivo, qualcosa che allarga i suoi confini, blandendo e lacerando quelli altrui. Non è il potente lavorìo dell’acqua, né il suo lento scavare nella roccia, è il deflagrare, l’irrompere e lo squartare, è il gioco, la danza del fuoco.

Se qualcuno volesse farsi un’allegra carrellata fra i poeti briganti e la sbirranza fascista dell’inizio secolo scorso nella Maremma, con qualcuno che racconta storie colorite, che non sono solo archivio, romanzo storico o fouilletton, che abbiamo un tono e un colore, una partecipazione, del sentimento narrativo, della passione, che scorre tra le parole, le incursioni di Alberto fanno al caso suo.

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Un articolo su Alberto Prunetti

28th
Jul. × ’08

Sul numero di Maremma Magazine di luglio 2008 un articolo di Alessandro Angeli sull’opera finora edita di Alberto Prunetti, corredato da alcune foto di Stefano Pacini.

Per leggerlo cliccate su questo link:

alberto prunetti maremma magazine.pdf

 (Attenzione! Per non so quale diavoleria informatica, cliccando col tasto sinistro il link non viene aperto. Consiglio quindi di usare il tasto destro e scaricare il file pdf sul proprio hard-disk, e solo a quel punto aprirlo col visualizzatore pdf. Scusate.)

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Strategie d’esclusione. Un’intervista con Giuseppe Faso

29th
Jun. × ’08

[Riprendo da Carmilla una mia intervista a Giuseppe Faso.]

Giuseppe_carmilla.JPGGiuseppe Faso è uno dei più attenti osservatori dei fenomeni di razzismo che — a livello istituzionale e popolare — stanno ammorbando l’atmosfera del sedicente “bel paese”. Sono riuscito a intervistarlo per Carmilla strappando un po’ di tempo a una campagna fitta di presentazioni del suo Lessico del razzismo democratico (Deriveapprodi, 2008), di cui Carmilla ha già dato notizia pubblicando alcuni brani (qui e qui).

_(Alberto Prunetti)Nel titolo del tuo libro parli di esclusione. Sicuramente il processo di esclusione sociale sembra attraversare tante storie di vita dei migranti. Eppure, se proviamo a guardare a quanto sta accadendo con un’ottica più grandangolare, la sensazione è che ci troviamo di fronte a una sorta di “inclusione differenziata”, subalterna. Che ne pensi?

(Giuseppe  Faso) Certo, la maggior parte delle volte (e per la maggior parte delle agenzie coinvolte) la mira va all’inclusione subordinata – e magari gerarchizzata. Il termine “esclusione” conserva, mi pare, una sua utilità, perché comunque è attraverso l’esclusione, evidente e documentabile, dai diritti che si ottiene un’inclusione subalterna – che per quanto plausibilissima e da me condivisa rimane un’interpretazione. Ma è più che probabile che gli “stranieri” non li si cacci davvero via, li si vuole piuttosto sottomessi e a basso costo.

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Giuliano Bruno su Carta

26th
Jun. × ’08

Segnalo la pubblicazione sul settimanale Carta n° 20, del 26 giugno 2008, di uno speciale di 7 pagine dedicato alla morte di Giuliano Bruno, con un articolo mio (vedi post precedente) e uno di Osvaldo Bayer.

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Giuliano Bruno: la secessione da un’epoca vile

14th
Jun. × ’08

giulianobruno.JPG

di Alberto Prunetti 

 

Italia, nordest, febbraio 2007. Giuliano Bruno è un liceale antifascista. Di ritorno da una manifestazione a Treviso viene aggredito e picchiato da un gruppo di Skinheads neofascisti.
Giuliano non esce più di casa, ha paura.
Da quell’episodio passano alcuni giorni, gli amici lo invitano a uscire. Partono in macchina, vanno verso il centro di Treviso, uno di loro scende, va in cerca di un altro compagno. Poi torna e dice a Giuliano: "Non uscire! Stanno arrivando gli Skinheads!" Arrivano. Aprono la porta della macchina. Giuliano è rimasto dentro assieme a un altro ragazzo. Gli chiedono: "Sei Giuliano Bruno?". "Sì, sono io".
Lo colpiscono con violenza in testa. L’amico prova a difenderlo. Gli rompono il naso.

Dopo la seconda aggressione Giuliano lascia la scuola, non vuole più stare nel trevigiano. Comincia a vagabondare per l’Europa. Partecipa alla manifestazione contro il G8 di Haligendamm, in Germania. Torna in Italia, trova alcuni lavori occasionali. Poi riprende a studiare, questa volta a Trieste.

La mattina del 5 maggio 2008 lo trovano a terra, sotto casa sua. Suicida.

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Il triangolo nero/nessun popolo è illegale

15th
Nov. × ’07

Violenza, propaganda e deportazione. Un manifesto di scrittori, artisti e intellettuali contro la violenza su rom, rumeni e donne

 La storia recente di questo paese è un susseguirsi di campagne d’allarme, sempre più ravvicinate e avvolte di frastuono. Le campane suonano a martello, le parole dei demagoghi appiccano incendi, una nazione coi nervi a fior di pelle risponde a ogni stimolo creando "emergenze" e additando capri espiatori.

Una donna è stata violentata e uccisa a Roma. L’omicida è sicuramente un uomo, forse un rumeno. Rumena è la donna che, sdraiandosi in strada per fermare un autobus che non rallentava, ha cercato di salvare quella vita. L’odioso crimine scuote l’Italia, il gesto di altruismo viene rimosso.

Il giorno precedente, sempre a Roma, una donna rumena è stata violentata e ridotta in fin di vita da un uomo. Due vittime con pari dignità? No: della seconda non si sa nulla, nulla viene pubblicato sui giornali; della prima si deve sapere che è italiana, e che l’assassino non è un uomo, ma un rumeno o un rom.

Tre giorni dopo, sempre a Roma, squadristi incappucciati attaccano con spranghe e coltelli alcuni rumeni all’uscita di un supermercato, ferendone quattro. Nessun cronista accanto al letto di quei feriti, che rimangono senza nome, senza storia, senza umanità. Delle loro condizioni, nulla è più dato sapere.

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Nuova traduzione: “Guitar Army” di John Sinclair

3rd
Oct. × ’07

Una segnalazione: è appena uscito per Stampa Alternativa Guitar Army. Il '68 americano tra gioia e rivoluzione, che è poi la mia traduzione di "Guitar Army", la raccolta di scritti di John Sinclair, attivista politico degli anni Sessanta e manager del leggendario gruppo pre-punk MC5. Il libro è corredato da una splendida copertina di Matteo Guarnaccia e da una postfazione di Vito Laterza.

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La sinistra in guerra

5th
Jun. × ’07

Segnalo la pubblicazione di un libro molto importante, La sinistra in guerra, di Gaspare De Caro e Roberto De Caro, per le edizioni Colibrì di Milano (pp. 288, 12 euro). Una parte del libro è già stata pubblicata su Carmilla. Una recensione del libro si trova qui.

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Un piccolo sì e un grande no

30th
Jan. × ’07

Un commento al mio post “perché scrivere?”: perché no? Replico con una frase del dadaista tedesco George Grosz. Con un piccolo sì e un grande no. Sulle ragioni del sì mi sono già espresso nel post. I “perché no” sono tanti… senza chiamare in causa Rimbaud, penso alla scrittura come a un sedimento quantitativo, il primo attributo del potere nelle civiltà storiche,  un deposito inchiostrato di forme morte che distrugge le culture orali (anche quelle contadine europee). Perché no?… A volte ho la sensazione che scrivere sia staccarsi delle unghie secche dal corpo.

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