L'arte della fuga a cura di Alberto Prunetti (Stampa Alternativa 2005)
Un viaggio in Bretagna, tra squallide bettole e librerie polverose, diventa il pretesto per ripensare a brani di scrittori molto diversi tra loro ma accomunati dall'idea di viaggio 'necessario', non importa se in fuga da fantasmi interiori o da mandati di cattura internazionali.
Si alternano allora brani di Jack London (il diario dell'incontro con un uomo che ha deciso di vivere a contatto diretto con la natura, senza beni materiali), di Daniel DeFoe (la storia della piratessa Mary Read), di Bruno Traven (l'anarchico tedesco fattosi marinaio per sfuggire alla cattura dopo i moti del '18-'19), di Benjamin Péret (la storia del quilombo di Palmares, nella jungla brasiliana, dove si rifugiavano gli schiavi africani in fuga), di Hakim Bey (la storia misteriosa della prima colonia inglese in Virginia, costituita da intellettuali che vollero farsi selvaggi) ma soprattutto di Cesare Battisti. I brani di Battisti presenti nell'antologia sono estratti dal libro Le Cargo Sentimental, di prossima uscita. Brani di difficile reperimento e sui quali la polemica è più che probabile auspicabile.