Ultimamente si sono succedute le interviste su “Il fioraio di Perón”, sia in forma scritta che via etere. Più avanti ne proporrò una lista corredata di link.Per ora mi limito a riportare il file audio dell’intervista a Radiocapodistria del 15.09.2010, in cui la giornalista Barbara Costamagna mi ha intervistato nel corso della trasmissione “La biblioteca di Babele: 02 – Il fioraio di Peron Radio Capodistria (il file può essere solo scaricato cliccandoci con il tasto destro del mouse e salvandolo: va ascoltato una volta collocato nel disco rigido… sorry!)
Ecco come Costamagna ha introdotto l’intervista: <<Oggi la Biblioteca di Babele ospita nuovamente Alberto Prunetti, scrittore italiano che per una serie di coincidenze ha incontrato sulla sua strada l’Argentina. E l’Argentina è al centro del suo nuovo romanzo, Il fioraio di Perón, una storia intricata e intrigante che parte dalla ricerca che Prunetti ha intrapreso nel 2005 dell’eredità lasciata da uno zio emigrato in Argentina e scomparso negli anni bui della dittatura. Uno zio, quello di Prunetti, molto particolare, che da povero emigrato siciliano a Buenos Aires diventò il fioraio di Perón e della Casa Rosada, trasformandosi suo malgrado in spettatore-narratore dei ribaltoni, anche violenti, dei quali l’Argentina è stata teatro nella seconda metà del Novecento. Un viaggio tra gli immigrati italiani e la Buenos Aires dei cosiddetti “tanos” ma anche tra i fatti drammatici e di sangue che hanno martoriato questo paese attraverso l’incontro e gli occhi di un grande intellettuale argentino, Osvaldo Bayer, che novello Virgilio acccompagna Alberto tra i meandri e l’anima di una città e di un paese che per tutti gli italiani appare così lontano ma anche così vicino. Una storia accattivante, avvincente, che si conclude in un modo inaspettato e che non manca di serbare colpi di scena, mescolando la realtà e la fiction in un racconto complesso ma anche molto rappresentativo delle vicissitudini di quei milioni di emigranti che hanno cercato fortuna nell’America che la nonna di Prunetti definiva “povera”.>>